Caro ….,
alla tua lettera
accorata che ho molto gradito perché mi sono permessa di prenderla come un
gesto di stima (o almeno di non totale disistima), sento la necessità di dare
due risposte. Perché due? Perché in una voglio essere “dura” come tu lo sei
stato nella tua e come te esprimere tutta la MIA rabbia (che non ha nulla da
invidiare alla tua).
Nella seconda voglio
invece continuare a fare quello che faccio da una vita, nel privato e nel poco
ruolo pubblico che mi è toccato gestire, e cioè cercare di vedere il punto di
vista dell’altro per trovare i punti di convergenza.
Comincio con la
prima.
Caro …,
tu hai, se non
sbaglio, 27 anni. Molti meno di me. La tua rabbia ha dei buoni motivi, ma la
tua vita deve ancora svilupparsi, hai sicuramente molte più energie e puoi
ancora pensare a un lungo futuro. Più tempo hai maggiori sono le probabilità
che le cose possano cambiare. Io da molti anni (avevo 12 anni quando ho
cominciato a credere di poter cambiare le cose, mi ricordo esattamente il
giorno in cui è successo e forse un giorno te lo racconterò, ma non è questo il
punto) lotto e spero che le cose cambieranno. Nella mia lunga vita di donna che
ha creduto di poter cambiare le cose mi sono vista passare avanti:
democristiani, camorristi, arrivisti, ruffiani, socialisti, pdiellini, leghisti
etc. etc e uomini di qualsiasi convinzione politica. Per inciso: non
dimenticare mai quando parli a una donna di ingiustizie e prevaricazioni che
quelle che colpiscono le donne sono, a parità di altre condizioni, almeno il
doppio di quelle che colpiscono gli uomini.
Io il merito lo
avevo. Mi sono laureata giovanissima, con il massimo dei voti. Sono andata,
giovanissima, lontana da casa, lavoravo giorno e notte (pensavo che questo
fosse il modo giusto di combattere: valere per pretendere).
Pensavo che avremmo
corretto molte ingiustizie se fossimo riusciti a governare “noi”. Con
l’appoggio convinto della gente, però. Non di tutti, questo non si può, non si
deve, e non è auspicabile. Ma di una buona maggioranza, sì. Una maggioranza che
avrebbe finalmente capito la differenza tra noi e loro. Non era possibile che
non la vedessero. Loro rubavano, ammazzavano, imbrogliavano, erano
incompetenti, incapaci. Ma ogni volta che ci arrivavamo vicini, scoppiava una
bomba, massacravano qualcuno di botte, ammazzavano giornalisti e sindacalisti,
e le stesse facce di bronzo si riproponevano alla popolazione come nuove e
vincevano. Vincevano! Ti rendi conto? Quelli che li votavano erano sempre più
di noi, sempre. Sono anni che vedo questo film con consapevolezza. E ora? Lo stesso
film, ma i protagonisti sono giovani prepotenti e presuntuosi che vorrebbero
che chi gli sta davanti per età certo, ma anche per competenza, si suicidasse
per lasciargli uno scettro, con cui non saprebbero fare nulla e che non sono in
grado di conquistarsi. Questa banda di giovani mi toglie, a causa di un pericoloso
miscuglio di incompetenza, presunzione e malafede, la possibilità di vedere un
mondo diverso e lo riconsegna (con l’odioso principio del tanto meglio tanto
peggio) ai soliti noti. Io a questi giovani (non sono tutti così, ma ne
parliamo dopo) toglierei il diritto di votare. Altro che dargli spazio! Ma poi
scusa, da quando lo spazio ai giovani viene gentilmente concesso? Che se lo
conquistino se sono capaci! Tu stai attento, però, i giovani che in questo
momento stanno (apparentemente) conquistando spazio lo fanno per levarti
l’aria. Sono i figli (non biologici, ma culturali) di quelli che hanno levato
l’aria a me e adesso la tolgono a te. Non essere così stupido: non sbagliare
nemico.
Trattando un altro
punto da te sollevato: perché non si dovrebbe essere incerti sul giudizio su
D’Alema? Il tuo giudizio senza dubbi, scusa, quale sarebbe? D’Alema è una
persona seria, preparata e onesta. Non ha mai rubato. Ha fatto (se ne può
discutere) delle scelte politiche sbagliate? Può darsi. Ha creduto che si
potesse dialogare, e anch’io ci credo ancora, e ha sbagliato. E’ probabile. E’
proprio di questi giorni il messaggio del Presidente Napolitano che invita
(come sarebbe giusto in una democrazia normale) a non credere che possa essere un
bene incarcerare il capo dell’opposizione. Sacrosante parole se fossimo la
nazione normale che io vorrei diventasse l’Italia.
Io però, scusa, contrariamente
a te non ho nessun dubbio: Berlusconi sta per essere arrestato, Grillo è un
comico che approfitta in malafede della rabbia degli altri. Vai a vedere quanta
pubblicità gira sul suo blog compresa quella a sky, unica televisione ammessa
ai suoi comizi (sarà un caso?). No, non c’è nessuna possibilità di paragonarli
a D’Alema. Ma poi perché si tira sempre in ballo D’Alema? Non mi risulta che
sia in corsa per diventare Presidente del Consiglio. Ho il sospetto che sia
perché è tele-webbamente antipatico. Troppo serio. Un po’ supponente. La parola
d’ordine è: se si parla di PD tirare fuori D’Alema che sta antipatico. Ti
sembra serio?
Tu ti lamenti delle
cose che hai sentito dentro le sezioni del PD (intanto non è un dettaglio che
ci siano delle sezioni dove discutere, mettendoci la faccia, come si dice adesso).
E tu scusa cosa facevi alle riunioni del PD mentre i 50-60enni parlavano e
dicevano cose su cui non eri d’accordo? Hai avuto paura di parlare? Ti
avrebbero picchiato? Oppure hai parlato e sei stato messo in minoranza? Cosa
vuoi che facciano che ti leggano nel pensiero? Vuoi che cambino la linea del
partito e quella dei loro pensieri perché qualche giovane senza testa pensa che
basti dire “non finanziamo i partiti” perché improvvisamente sparisca la mafia,
la camorra, gli evasori e i profittatori. Grillo (che pure di anni ce n’ha 65)
ti ha letto nel pensiero: ha capito che non vuoi pensare. Ci pensa lui. Anche
quando gli dirai “scusa mi sono sbagliato” ci penserà lui a dirti che non è
vero che tu non devi pensare. Ci sono sempre stati quelli come Grillo e hanno
sempre avuto un buon numero di grillini dietro.
Non date la colpa a
noi: il mondo lo state costruendo voi. Non date la colpa a noi, noi abbiamo
portato il nostro peso, prendetevi le vostre responsabilità senza questi
piagnistei da lattanti. Se non riuscirete a far nulla sarà colpa vostra e
saremo noi a pagare il prezzo più caro: una vecchiaia senza garanzia, senza
forza, senza speranze.
Caro …,
capisco il tuo
sgomento. Lo capisco perché l’ho provato e lo capisco perché vivo con due
giovani, mio figlio e sua moglie, lo capisco perché da anni scorrono sotto i
miei occhi i giovani della tua età. Ma tu, mio figlio e sua moglie e i giovani
che vedo siete dei privilegiati. Voi avete avuto accesso alla cultura, avete
avuto la possibilità (non solo economica, bada bene, ma soprattutto culturale)
di studiare, di fornirvi di strumenti per giudicare autonomamente. Voi avete
questo privilegio e lo dovete utilizzare. Per spezzare a colpi di accetta il
mondo in due (o anche in tre, in quattro, in un numero finito di pezzi) non c’è
bisogno di molto cervello. Ma il mondo, economico sociale biologico, è un
sistema complesso. Non c’è modo di dividerlo in parti. Le classificazioni si
intersecano, non ci sono i buoni e i cattivi, ci sono quelli che 8in quel
momento) fanno quello che ti piace e quelli che non lo fanno o che fanno quello
che non ti piace. Allora ti devi prendere la responsabilità di dire che tu sei
quello buono e quindi quelli che fanno quello che ti piace sono buoni. Se
questa selezione ti riesce puoi scegliere di stare con i (tuoi) buoni. Poi un
giorno i (tuoi) buoni faranno una scelta che non ti piace. E allora dovrai
scegliere di nuovo, cambiare gruppo. Oppure dovrai riuscire a convincere i (tuoi)
buoni a fare quello che piace a te. Ma i tuoi buoni sono buoni anche per altre
N persone (con N molto grande) e tra queste N persone ce ne sono molte che
pensano che la cosa che a te non piace è invece “buona”, mentre altre che a te
piacciono sono cattive. Cosa devono fare i (tuoi) buoni? Potrebbero scegliere,
ammesso che sia possibile, di fare quello che piace alla maggioranza. Magari
indicendo continui referendum per conoscere il parere dei propri elettori su
ogni singolo problema. Ammettiamo, cosa di cui dubito, che si possa fare.
Ammettiamo che esista una maggioranza concorde, per esempio, tanto per fare un
esempio realistico, nel non pagare l’IMU. L’effetto potrebbe essere
catastrofico. Negli ultimi anni la maggioranza si è trovata d’accordo con Berlusconi
(prima con Craxi, prima ancora con Andreotti e prima ancora con Mussolini). La
maggioranza, tu lo sai bene, non dà l’impressione di avere sempre ragione.
Allora forse dovrebbe
seguire una linea stabilita una volta e per sempre? Quella “buona”, ovviamente.
La devono seguire anche se perdono consensi? Anche se non hanno la forza di
realizzarla? Anche se coloro che li votano diventano sempre meno? A che scopo?
Ammettiamo che la linea scelta sia perfetta (per inciso, chi l’ha deciso che è
perfetta, tu? un altro come te? dieci? mille?), rimane perfetta anche se quello che persegue non si potrà MAI
avverare?
Questa lunga e un po’
confusa parabola finisce con queste semplici considerazioni:
1. la Società è un
sistema complesso, quindi
2. La politica è un mestiere complicato, quindi
3. Il politico deve essere
un valido professionista (gli stiamo
affidando la nostra vita: nessuno di noi si rivolgerebbe a un macellaio per
farsi operare a causa del fatto, innegabile, che la sanità funziona male, nessuno
di noi sceglierebbe a chi affidare la costruzione della propria casa con il
criterio dirimente dell’inesperienza del committente), deve sapere che
4. non si può e non si deve improvvisare, e che
5. le buone idee sono necessarie, ma non
sufficienti, quindi
6. la politica deve
servirsi di compromessi, perciò
7. il cittadino, che
non ha il tempo e la competenza per decidere quali siano i compromessi giusti,
vota per delegare (fino a prova
contraria) qualcuno a scegliere in sua vece.
Poi però c’è, non si
può negare, un grave problema. Ora come quando io avevo la tua età. Qualcuno
usa mezzi “scorretti” per convincere i cittadini ad affidargli la propria
delega. La Chiesa? La Nato? La Polizia? La criminalità organizzata? La
televisione? Il web? E qui entri in scena tu. Tu lo sai che le cose stanno
così. Lo sai anche perché hai vissuto accanto a persone che erano in grado di
pensare con la propria testa (perché privilegiati, s’intende, non perché
geneticamente migliori) e perché sei tu stesso un privilegiato. Proprio perché
tu lo sai hai il dovere di smascherare queste scorrettezze. Fino a oggi anche un
cittadino “normale”, con un normale stipendio (o magari senza), con una vita
normale, può sperare di sapere da qualche politico “normale” alcune verità che
altrimenti non conoscerebbe mai. Per ora. A questo serve il finanziamento pubblico.
Perché i cittadini “normali” in rappresentanza di “normali” cittadini possano
far politica. Il finanziamento pubblico della politica è sacrosanto. Così come altrettanto
sacrosanto è il fatto che il bilancio della politica, pubblico o privato che sia
il suo finanziamento, debba essere pubblico. A questo proposito: hai provato a
digitare su google “bilancio pd” e poi “bilancio m5s”? Fallo. E poi rifletti e
dimmi cosa ne pensi. Non sono cose irrilevanti. Dopo venti anni di Berlusconi
dovremmo aver imparato che chi urla più forte le proprie menzogne riesce sempre
a sembrare più vero di chi dice sommessamente le proprie incerte, perché la
realtà è incerta, verità. Guardiamo ai fatti.
E se tu fossi un
giovane del PD? Uno che ha lavorato sodo. Che si è fatto due p… alle riunioni
di sezione che tu con tanta leggerezza liquidi? E se tu fossi uno che sa di
essere infinitamente più competente di loro. Se tu fossi consapevole che per
essere eletto hai dovuto ricevere centinaia di migliaia di voti, mentre questo
branco scomposto di persone incompetenti e caciarone ti vengono messe vicine, alla
pari, e hanno ricevuto 100-200 voti compresi amici e parenti? Tu cosa
penseresti?
Io voglio che siano i
giovani del PD a governare. Affiancati, come si usa in una società sana, da
persone meno giovani che possono aiutarli con la loro esperienza.
Come possiamo fare
perché questo avvenga? Io non lo so. Tu lo sai? Io sono stupita che le cose
siano andate così. Sono stupita perché sono passati solo 20 anni da quando Berlusconi
è comparso sulla scena dicendo le stesse cose: rinnoviamo, costruiamo la casa
della libertà, facciamo scegliere al popolo, buttiamo a mare la politica, etc.
etc. Lui è ancora là e uno peggio di lui lo ha appena affiancato. Uno che pensa
che la democrazia sia: “io so io e voi non siete un c…” (ho scoperto che questo
sonetto del Belli è stato usato nel Marchese del Grillo, coincidenze?). Uno che
avendo avuto il 25% dei voti, una cosa enorme non è contestabile, crede di
avere il diritto di mandare allegramente in malora il paese. Uno che pare si
dimentichi che il 75% dei votanti non lo ha scelto.
Passata la rabbia,
logica e comprensibile, io vorrei che tu mi dicessi davvero se pensi che siano
meglio Berlusconi e Grillo di Bersani. Perché? Seriamente e con calma e non
nella logica “tanto meglio tanto peggio” che non ha mai pagato. Nella logica e
basta. Siamo logici, siamo razionali. Questa è l’Italia che abbiamo ed è con
questa che dobbiamo fare i conti. Rimbocchiamoci le maniche (adesso toccherebbe
a voi, ma vi consiglio di accettare il nostro aiuto almeno per quanto riguarda
il ricordo) e cerchiamo di spostare questo equilibrio. Basta così poco. Non
continuiamo a farci del male.
Un abbraccio
S
ps: Non ho saputo separare le due parti come avrei voluto e come avevo premesso. Temo che sia
perchè il problema è complesso, non si può affrontare a...accettate!
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